Un saggio profondo e completo sulla figura di Edith Stein, che si intreccia con la narrazione della vita e del dramma personale e del popolo ebraico, che la grande mistica e teologa visse da una prospettiva unica. Cristiana Dobner descrive i dettagli del percorso interiore, esistenziale, psicologico, filosofico e spirituale della ricchissima avventura umana e cristiana di suor Teresa Benedetta della Croce. Seguendo il simbolo dei sette sigilli, l'autrice conduce il lettore a comprendere la straordinaria portata ecumenica della figura di Edith: ebrea, filosofa, credente, carmelitana, martire cristiana e, contemporaneamente, fiera appartenente al popolo ebraico. L'esempio di come un percorso spirituale e filosofico possa appassionare come un grande affresco narrativo.
L'intento di questa ricerca è di prendere "sul serio", forse anche "sul serissimo" e di dimostrarlo, l'itinerario filosofico e teologico di Edith Stein, ponendo in parallelo le voci di chi l'ha conosciuta e ha vissuto un tratto d'esistenza, condividendolo, con lei. L'angolo prospettico presenta un punto di condensazione, il Blickwendung della notte di Bergzabern, il punto di discrimine creatosi con la lettura della Vita di Teresa di Gesù che mutò la vita intellettuale ed esistenziale della giovane fenomenologa e la fece divenire "ponte" nel confronto con la scolastica nell'esperienza della Verità. "Ponte" che tante voci hanno attraversato con lei, nei diversi momenti cronologici della storia, proprio perché vivendo i decenni oscuri dell'Europa ed essendosene lasciata attraversare, ha reso se stessa "ponte incarnato", che ognuno/a può percorrere e attraversare, per giungere alla conoscenza di sé ed aprirsi al mistero dell'irruzione di Dio. Edith Stein, scoperta la sua vocazione di "ponte" intellettuale fra fenomenologia e scolastica, ritenuta dal suo contemporaneo prof. Dyroff dell'Università di Bonn, "la più grande donna del cielo dei filosofi tedeschi", diviene anche "ponte" fra Israele e la Chiesa cattolica, nell'efferata tragedia della Shoah scagliata sull'Europa e sul mondo dall'ideologia nazista e perpetrata dalla macchina burocratica della "banalità del male" nazista.
Due persone unite nella tragicità del loro destino ad Auschwitz. Il volto di Edith Stein: catturato nel quadro dei suoi contemporanei, di coloro che poterono guardarla, apprendere e memorizzare i suoi tratti, entrare nel flusso del suo sguardo. Il volto di Etty Hillesum: tracciato dai suoi stessi scritti nell'incontro con altri volti, incisi «sulle ampie pareti del cuore». Una scoperta fontale e coinvolgente che lega le due testimoni di umanità e di ricerca di Dio: il volto quale principio di interiorità propria e altrui
Accompagnare nella vita dello Spirito è un'arte che si incide sulla persona fin da quando è stata a sua volta accompagnata. E. Stein "come" venne a scoprire "il linguaggio di Dio nel Cuore della persona"? "Come" a sua volta ne fece dono? L'antropologia evangelica diventa allora personale, inedita, e i volti degli accompagnatori sfilano delineando relazioni personali ricche e trasparenti con grandi "la più grande donna nel cielo dei filosofi tedeschi" approda al Carmelo e Scopre Teresa di Gesù, formatrice di "pietre vive", che vivono la fede e hanno "afferrato e tengono la mano di Dio".
Edith Stein è icona del suo tempo perché la sua esistenza, la sua vicenda interiore, la sua ricerca filosofica e quella di Dio, divengono simultaneamente radiografia della storia coeva e, in un frangente di tenebre, testimonianza luminosa che supera la barriera degli anni per giungere intatta fino a noi. La ricerca si sviluppa seguendo i fili del racconto autobiografico, della riflessione filosofica, degli scritti spirituali, in stretto confronto con le testimonianze delle persone a lei prossime: familiari, amici, carmelitane. La sua vita personale, nella minacciosa e assurda Shoah, si trasfigura in esperienza epocale, storia trasformativa, mentre la sua figura acquista il valore di significativo paradigma interpretativo della condizione della persona umana. Ormai Edith Stein è nell'"Ewig nun", nell'eterno presente, e si dona come parete translucida: quando entra la luce esce il mistero, ormai trasfigurato nella sua completezza, immersa nel Risorto, immenso Roveto Ardente.